recessione gengivale

Con recessione gengivale si intende la migrazione del margine gengivale apicalmente alla giunzione di smalto-cemento del dente. In altre parole si assiste a uno spostamento del margine gengivale in senso opposto alla parte bianca del dente. La recessione gengivale è una lesione molto diffusa sia nei pazienti a elevato standard igienico orale che in quelli più carenti. In pazienti tra 18 ed i 60 anni, il 50% dei casi manifesta almeno una recessione, mentre al di sopra dei 60 anni le recessioni gengivali possono avere un’incidenza fino all’88%.

Sono molti i dubbi sulla recessione gengivale che spesso attanagliano i pazienti. Alcuni di essi sono legati alla riconoscibilità della patologia altri invece alle cure e alle terapie.

Come ci si accorge di essere affetto da recessione gengivale?

Si è in presenza di una recessione gengivale quando il tessuto gengivale rosa che ricopre il dente e i tessuti parodontali profondi vanno incontro a retrazione, cioè si allontanano dalla posizione originaria in cui dovrebbero stare. Questa posizione originaria che è un riferimento di controllo è la cosiddetta giunzione smalto cemento. Si tratta di una linea che si può intravedere sul dente e separa la porzione coronale dalla porzione radicolare dello stesso. Non è così facile accorgersi che vi sia una recessione a meno che questa sia già abbastanza profonda o inizi a dare fastidio. La recessione può provare infatti ipersensibilità di solito ai cibi e alle bevande fredde o ai cibi acidi o zuccherini. Spesso quindi ci si accorge della situazione alterata o per un sintomo o perché vediamo che il dente appare più lungo o perché la gengiva residua inizia ad essere dolorante o a sanguinare.

Le cause della recessione gengivale

Le recessioni gengivali possono essere causate dalla parodontite, o piorrea come spesso viene definita, presentandosi intorno al dente o a più denti. Altre cause possono essere riscontrate in un trauma da spazzolamento, spesso localizzato ad un dente singolo ma anche diffuso a più denti. Può anche derivare da traumatismi accidentali o dalla malposizione dei denti in presenza di malocclusioni.  Il fumo e il posizionamento di piercing possono essere fattori causali di queste alterazioni.

Cosa fare in caso di recessione gengivale

Da alcuni anni è aumentata la richiesta di trattamento di estetica gengivale e da parte dei pazienti c’è un’aspettativa molto alta. I pazienti chiedono infatti di poter ricoprire il dente che si è “scoperto” cioè che non ha più la gengiva nella posizione originale. Spesso grazie alla copertura della radice si riduce o scompare anche la sensibilità dentinale che in molti casi è sopraggiunta. Dagli anni ’80/’90 in poi, grazie a tecniche chirurgiche sempre più precise ed evolute, si è in grado di ottenere con sempre maggiore predicibilità la copertura radicolare completa. È cioè possibile ottenere un buon risultato estetico a fronte però di un atto chirurgico.

Cos’è la terapia mucogengivale ?

Il trattamento delle recessioni gengivali può migliorare l’estetica dentale e  può ridurre o eliminare l’ipersensibilità dentale dovuta alla esposizione di una parte della radice del dente. I risultati della terapia cosiddetta mucogengivale dipendono da molteplici fattori e ve ne elenchiamo alcuni:

  • il sito in cui è posto il dente cioè la sua posizione in bocca.
  • la larghezza e l’altezza della recessione.
  • la qualità della gengiva residua: se è cheratinizzata o meno, quanto è spessa.
  • la presenza di eventuali frenuli nelle vicinanze.

È fondamentale l’istruzione della corretta tecnica di spazzolamento. Talvolta il solo miglioramento delle manovre di igiene orale in senso meno traumaticoa, ma altrettanto efficace, determina un miglioramento delle recessioni. Nei casi in cui invece non si evidenziano modifiche, ma addirittura vi sia progressione della lesione e aumento della sensibilità, è opportuno valutare con il proprio odontoiatra l’esecuzione di una tecnica di chirurgia mucogengivale per ricoprire l’ area della superficie radicolare esposta e contestualmente migliorare la qualità della gengiva e  quindi l’ estetica.
La chirurgia mucogengivale è un insieme di tecniche messe in atto per aumentare il volume gengivale e correggere difetti dei tessuti molli. Questa operazione chirurgica può richiedere l’innesto di tessuto prelevato all’interno del cavo orale per essere riposizionato sulla parte esposta che necessita di un intervento.

Com’è possibile ripristinare i tessuti gengivali ?

Con la chirurgia mucogengivale è possibile ottenere una ricopertura pressochè totale dell’area esposta della radice. È necessaria una attenta valutazione dell’area sulla quale si decide di intervenire chirurgicamente al fine di programmare correttamente l’intervento. Sono fattori che influiscono sulla decisione del tipo di intervento il numero di denti coinvolti, la qualità della gengiva residua e l’ampiezza della o delle recessioni presenti.

In base a questi fattori il lembo sarà più o meno ampio e verrà valutato se necessario o meno un innesto di tessuto connettivo in genere prelevato dal palato.

È possibile evitare il prelievo dal palato per curare la recessione gengivale?

È possibile evitare il prelievo del palato se la situazione lo permette. Per evitare il prelievo di tessuto connettivo dal palato in alcuni pazienti, per esempio con difficoltà per uno spessore palatale molto ridotto, oppure quando non vogliono avere un secondo sito chirurgico, si possono utilizzare biomateriali. I biomateriali sono delle membrane riassorbibili o matrici in collagene che vengono suturate sulla radice e coperte dal lembo gengivale. Questa alternativa al prelievo di tessuto dal palato rappresenta una opzione chirurgica percorribile, ormai ben documentata da molti casi clinici di successo presenti in letteratura. È però corretto informare che il cosiddetto “gold standard” cioè l’approccio migliore quando necessario, rimane ancora quello che prevede la seconda ferita chirurgica palatale.

Quindi la tecnica migliore, in termini di ricopertura nel lungo termine della radice esposta, resta ancora l’avanzamento coronale della gengiva residua abbinata alla interposizione di un francobollo di tessuto connettivo prelevato dal palato del paziente.

Conclusioni

Qualsiasi recessione a livello delle zone gengivali richiede la valutazione attenta da parte di uno specialista parodontologo.

Le recessioni gengivali sono principalmente legate a manovre traumatiche da spazzolamento. Va tuttavia attentamente valutato di poter escludere nella diagnosi parodontale quelle causate dalle parodontiti di stadio e grado avanzato.

È necessario che il paziente affetto da recessioni gengivali modifichi l’approccio all’igiene orale rendendolo efficace ma meno traumatico.

Non tutte le recessioni necessitano di essere ricoperte chirurgicamente: l’intervento chirurgico va considerato ed eventualmente eseguito quando vi sia richiesta estetica, necessità di diminuire l’ipersensibilità o quando l’operatore valuti necessario un cambiamento della qualità e della quantità della gengiva residua perché la condizione esistente potrebbe condurre ad un rapido ulteriore peggioramento.

Ancora oggi, la copertura mediante avanzamento coronale, combinata al connettivo, risulta essere la tecnica migliore rispetto al solo avanzamento coronale, oppure alla combinazione di biomateriali collagenici.

 


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