ipertensione arteriosa

L’ipertensione arteriosa (IA) e la parodontite sono tra le malattie croniche più comuni al mondo e possono influenzare la salute e il benessere delle persone.

L’ipertensione arteriosa, comunemente detta “pressione alta”, è il fattore di rischio che maggiormente contribuisce allo sviluppo delle malattie cardiovascolari, che sono ancora la principale causa di morte nel mondo e colpiscono circa 1 italiano su 3.
La parodontite è una malattia cronica non trasmissibile dei tessuti di supporto dei denti, colpisce fino al 50% della popolazione mondiale, circa 3 milioni di italiani ne sono affetti nelle forme più gravi e rischiano di perdere i loro denti.

Conoscenza delle due patologie in Italia

Nonostante ipertensione arteriosa e parodontite siano molto diffuse, il livello di consapevolezza verso queste malattie rimane insoddisfacente: in Italia, dati recenti indicano che circa il 26% dei pazienti adulti seguiti dal medico di famiglia aveva IA e circa il 61% di questi aveva livelli di pressione sanguigna controllati.
Allo stesso modo il 50% della popolazione italiana soffre di qualche forma di malattia parodontale, tuttavia solo il 9% dei pazienti riferisce di aver ricevuto diagnosi di parodontite. Più recentemente i dati sono saliti al 13%, evidenza di un miglioramento del trend relativo alla conoscenza del legame tra queste due malattie e dell’effetto positivo che il trattamento di una condizione può avere sull’altra.

Correlazione tra ipertensione arteriosa e parodontite 

Esiste un aumentato rischio di incidenza di ipertensione arteriosa in presenza di malattia parodontale.
In particolare, vi è un aumento del rischio di pressione alta non incontrollata negli adulti che ricevono un trattamento antipertensivo e che soffrono anche di parodontite. Parallelamente, con la presenza di una buona igiene orale domiciliare (quella che facciamo tutti i giorni a casa) e professionale (conosciuta come “detartrasi”) è associata a un migliore profilo di valori di pressione arteriosa.
È quindi auspicabile un’identificazione precoce di individui con gengivite e parodontite che sono a rischio di sviluppare ipertensione arteriosa, per tenere sotto controllo il rischio cardiovascolare.

Perché Ipertensione arteriosa e Parodontite si influenzano l’un l’altra?

L’evidenza indica che esiste un’associazione indipendente tra parodontite e ipertensione arteriosa, con denominatori genetici comuni che coinvolgono geni coinvolti nella funzione immunitaria. In più, le due patologie condividono fattori di rischio comuni non modificabili e modificabili, come:

  • età avanzata
  • sesso maschile
  • vizio del fumo
  • stile di vita sedentario
  • sovrappeso e obesità
  • scarse possibilità economiche e basso livello di istruzione

Questi fattori concorrono, attraverso meccanismi intrecciati, a determinare il fenotipo clinico comune.

Come si fa la diagnosi di parodontite?

La diagnosi delle malattie parodontali è piuttosto semplice e precisa: attraverso l’uso della sonda parodontale, il dentista può controllare lo stato del tessuto parodontale eseguendo il cosiddetto “sondaggio parodontale” che consente di misurare diversi parametri: livello dell’attacco clinico, profondità della tasca, livello dei tessuti molli e sanguinamento al sondaggio.

I siti con profondità di sondaggio superiore ai 3 mm sono definiti come tasche parodontali, che in generale presentano colonizzazione batterica patogena sottogengivale e beneficiano della terapia di scaling (rimozione del tartaro adeso alla radice dentale), mostrando successivamente alla guarigione guadagno di attacco e riduzione di profondità di tasca.

Come si fa la diagnosi di ipertensione arteriosa?

Una corretta misurazione della pressione sanguigna è fondamentale per raggiungere una diagnosi accurata di ipertensione arteriosa, definire la gravità della malattia, prescrivere trattamenti appropriati e pianificare il follow-up.

Per eseguire le misurazioni in modo corretto:

  • acquisire almeno due misurazioni a 1-2 minuti di distanza per ogni registrazione;
  • le registrazioni devono essere eseguite per un successivo controllo sia al mattino che alla sera;
  • le misurazioni della pressione arteriosa devono essere acquisite in un ambiente tranquillo dopo 5 minuti di riposo in posizione seduta;
  • assicurarsi di essere in condizioni di benessere mentale e fisico, in quanto le misurazioni effettuate in presenza di sintomi (dolore, ansia, stress) sono generalmente associate a un aumento dei valori

Una diagnosi di IA può essere confermata se:

  • I valori di pressione arteriosa (PA) in ambulatorio in più di 1 visita sono ≥140 e/o ≥90 mm Hg;
  • I valori medi sono ≥135 e/o ≥85 mm Hg;
  • I valori medi di PA di 24 ore all’ABPM (monitoraggio ambulatorio della pressione arteriosa) sono ≥130 e/o ≥80 mm Hg, oppure
  • I valori medi di PA diurni (svegli) sono ≥135 e/o ≥85 mm Hg, o i valori medi di PA notturni o addormentati sono ≥120 e/o ≥70 mm Hg.

Che cosa devono sapere i pazienti affetti da parodontite e quelli che hanno ipertensione arteriosa per i fattori di rischio in comune che le due patologie condividono?


I pazienti con parodontite e con ipertensione arteriosa devono essere informati che devono gestire attivamente tutti i fattori di rischio cardiovascolare per un’efficace riduzione della probabilità di sviluppare una seria patologia invalidante durante il corso della vita.

Se fumatori, devono essere identificati, consigliati sul metodo migliore per smettere e ricevere aiuto nel tentativo di smettere ad ogni visita.
Se in sovrappeso o obesi con ipertensione arteriosa e/o con parodontite, devono essere informati sul beneficio che la riduzione di peso può avere sulla riduzione della pressione arteriosa e sulla riduzione del rischio cardiovascolare e ricevere ad ogni visita le raccomandazioni per adottare una dieta sana e ad impegnarsi nell’esercizio fisico; in caso di ipertensione deve essere raccomandata una dieta iposodica.

Secondo le linee guida elaborate da SIdP (Società Italiana di Parodontologia e Implantologia) e SIIA (Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa), gli adulti di tutte le età dovrebbero essere incoraggiati a:

  • rimanere attivi in relazione alle loro capacità e condizioni di salute;
  • seguire una dieta bilanciata;
  • aumentare l’attività fisica se sedentari;
  • in assenza di limitazioni specifiche, impegnarsi in almeno 150-300 minuti di esercizio di intensità moderata su base settimanale o in 75-150 minuti a settimana di esercizio aerobico di intensità vigorosa, o una combinazione equivalente di queste indicazioni.

Se sono presenti anche disturbi del metabolismo lipidico e/o del glucosio, i pazienti devono anche essere informati dell’importanza di controllare questi fattori di rischio concomitanti per ottenere un migliore controllo dei valori pressori e della patologia parodontale e per ridurre il rischio cardiovascolare nel corso della vita.

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