osteoporosi e parodontite

Cos’è l’osteoporosi?

L’osteoporosi è definita dalla OMS (Organizzazione Mondiale della Salute) come la riduzione della densità ossea al disotto di un valore soglia (T-score minore di -2.5 deviazione standard comparato con il valore di una persona giovane sana dello stesso sesso), misurata con una tecnica radiografica chiamata dual energy X-ray absorptiometry (DXA). Il “T-Score” è il punteggio della densità, calcolato in DS (deviazione rispetto al valore normale). La perdita ossea riscontrata per trovarsi di fronte a osteoporosi clinica dev’essere del 30%. La riduzione ossea è derivante dallo squilibrio tra riassorbimento e formazione ossea, con il riassorbimento che tende ad aumentare. L’osteoporosi in assenza di fratture è definita “malattia silenziosa”.

Se il T-score si trova tra -1 a -2,5 DS allora si tratta di osteopenia. In questo caso esiste una riduzione della massa ossea e quindi della sua densità senza però che si possano evidenziare fratture.

Cosa accomuna l’osteoporosi alla parodontite?

I segni clinici della parodontite e dell’osteoporosi sono il riassorbimento osseo e/o la diminuzione della densità ossea. Entrambe le malattie sono provocate da vari fattori (Malattie multifattoriali) e condividono molti indicatori di rischio:

  • il sesso;
  • l’età;
  • la menopausa precoce;
  • l’etnia;
  • l’ereditarietà;
  • la mancanza di assunzione di calcio;
  • la mancanza di esercizio fisico;
  • l’alcol e il fumo.

Tuttavia il meccanismo patogenetico delle due malattie è ben diverso. Infatti, nella parodontite il riassorbimento osseo è causato dalla risposta immunitaria a fronte dell’accumulo di placca batterica (microbiota) sottogengivale mentre l’osteoporosi può essere il risultato di una carenza di ormone sessuale, di iperparatiroidismo, di ipertiroidismo, di insufficienza renale cronica e dell’assunzione di farmaci glucocorticoidi post-trapianto.

I meccanismi alla base della relazione tra osteoporosi e parodontite non sono ancora chiari, sembra che la carenza di estrogeni possa contribuire al riassorbimento dell’osso alveolare nella parodontite riducendo direttamente la massa ossea dell’osso alveolare o indirettamente causando aumento dell’espressione di alcune citochine infiammatorie conseguente all’accumulo della placca sottogengivale.

Un’altra ipotetica via di connessione tra la parodontite e l’osteoporosi post-menopausa è la concentrazione di vitamina D nel siero. È noto che nelle donne in post-menopausa il livello di Vitamina D nel sangue diminuisce, riducendo così l’omeostasi del calcio e quindi la sua deposizione a livello del tessuto osseo. È stato inoltre ipotizzato che la vitamina D possa prevenire lo sviluppo di malattie parodontali, della carie ed anche della perdita dei denti. Sembra infatti che la vitamina D abbia proprietà antinfiammatorie ed antimicrobiche.

Osteoporosi, parodontite e menopausa

 

Dati provenienti da studi scientifici trasversali dimostrano che esiste una correlazione importante tra l’osteoporosi e la parodontite nelle donne in post-menopausa. Questa categoria all’interno della popolazione ha maggior rischio di avere la parodontite rispetto alle donne senza osteoporosi, inoltre le donne con minore densità ossea, quindi con T-score maggiore hanno spesso parodontite più severa.

Altri approfondimenti dimostrano che le donne post-menopausa trattate con estrogeni per l’osteoporosi hanno una prevalenza più bassa di parodontite severa rispetto alle donne che non ricevono tale terapia; Altri studi hanno dimostrato un beneficio aggiuntivo della somministrazione della vitamina D e di calcio in associazione al trattamento non chirurgico della parodontite.

Attualmente esiste quindi una evidenza moderata che l’osteoporosi sia un indicatore di rischio della parodontite.

Le persone con parodontite hanno maggior rischio di soffrire di osteoporosi?

Gli studi scientifici che analizzano la relazione tra le due malattie in questa direzione dimostrano che i soggetti con parodontite hanno maggiore probabilità di soffrire di osteoporosi rispetto ai soggetti senza parodontite e che il rischio di soffrire di osteoporosi aumenta in presenza di parodontite severa.  Anche il livello di Igiene orale in Pazienti affetti da Parodontite influisce sulla presenza o meno di osteoporosi.

Questi risultati dimostrato che il mantenimento di un buon livello di igiene orale domiciliare può giocare un ruolo importantissimo nell’associazione tra parodontite e osteoporosi ed il suo miglior controllo potrebbe aiutare a prevenire la progressione dell’osteoporosi.

Quali sono i soggetti con maggior rischio?

Sebbene non sia ancora stata stabilita una relazione causale come già detto esistono numerosi fattori di rischio condivisi tra osteoporosi e parodontite. Questi possono fornire informazioni importanti su come prevenire o gestire le due malattie contemporaneamente partendo da quelle condizioni o fattori che predispongono o sono maggiormente associati con esse.

Basandosi sui dati trasmessi dalla National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES III) i soggetti più a rischio di osteoporosi sono:

 

  • Le donne soprattutto se in menopausa o con diminuita produzione di estrogeni
  • Gli anziani
  • Minore concentrazione di vitamina D e Calcio nel siero
  • Fumo di sigaretta

 

Recenti studi di associazione dimostrano che la presenza di parodontite è associata ad un aumentato rischio di fratture: Il paziente anziano con parodontite severa generalizzata ha una probabilità doppia di frattura dell’anca. Da questi dati possiamo ipotizzare che il trattamento di entrambe le malattie contemporaneamente può avere un effetto sinergico positivo.

La attenta diagnosi di parodontite e la valutazione dei fattori di rischio correlati ad essa, nel singolo paziente, può identificare la presenza di indicatori comuni alla contestuale presenza di osteoporosi; una precoce diagnosi di osteoporosi permette l’introduzione di cambiamenti comportamentali e di dieta che possono influire nel tempo sulla necessità di introduzione di protocolli farmaceutici volti alla limitazione della probabilità di andare in contro a fratture ossee invalidanti.

🔎 Chi ha osteoporosi può fare impianti dentali?

L’inserimento di impianti non è controindicato nei pazienti affetti da osteoporosi, tuttavia possono verificarsi complicanze post-chirurgiche dopo le procedure di inserimento implantare dovute al trattamento farmacologico dell’osteoporosi. In molti casi, infatti, il trattamento di questa patologia prevede anche l’assunzione di farmaci specifici: questi farmaci, detti antiriassorbitivi (bifosfonati, anticorpi monoclonali), possono determinare una complicanza post-chirurgica nota come osteonecrosi da farmaci o MRONJ (Medication-Related Osteonecrosis of the Jaw). Diversi studi dimostrano come la percentuale di successo implantare nei pazienti con osteoporosi, compresi quelli che assumono farmaci che influenzano il metabolismo osseo, sia molto vicina a quella dei pazienti non affetti dalla patologia (93.5% vs 96.5%). In questi pazienti, la terapia implanto-protesica è una scelta terapeutica sicura ed affidabile prese le dovute precauzioni da parte del clinico.