laser parodontite

La chirurgia per il trattamento della parodontite va presa in considerazione nei casi in cui la progressione della patologia implichi la correzione dei difetti che profondamente si sono venuti a creare.
Non esiste evidenza scientifica sul fatto che l’utilizzo dei laser in associazione alla levigatura radicolare (terapia meccanica) abbia beneficio ulteriore rispetto alla sola terapia meccanica. L’unica certezza sono i maggiori costi economici. Pertanto, ad oggi, la terapia convenzionale rappresenta la migliore terapia possibile per il trattamento della malattia parodontale e la preservazione dei denti nel tempo.

In cosa consiste la terapia non chirurgica?

parodontite laser

Esempio di gengive affette da parodontite

La terapia non chirurgica è un trattamento volto a rimuovere in sede sopra e sottogengivale la placca batterica e il tartaro, attraverso strumenti manuali e strumenti ultrasonici.
Il trattamento della malattia parodontale si basa tradizionalmente sulla rimozione meccanica della placca batterica, talvolta associata ad antibiotici o/e antisettici applicati localmente o somministrati per via sistemica. I laser per la cura della parodontite, se usati da soli, sono inefficaci nel rimuovere i depositi di tartaro dalla superficie radicolare.

La terapia non chirurgica prevede in parallelo che il paziente sia ben istruito nelle manovre di igiene orale domiciliare e che i fattori di rischio locali e sistemici siano il più possibile sotto controllo.  Praticare quotidianamente una corretta igiene orale permette di preservare meglio la salute del cavo orale. È importante educare i pazienti sulle corrette manovre domiciliari per mantenere lontani i batteri e quindi risolvere l’infiammazione. Inoltre, bisogna sensibilizzare i pazienti sui fattori che mettono quali fumo e diabete.

Cura della parodontite con laser

L’efficacia del trattamento laser per parodontite è controversa.

A partire dagli anni ’90 diversi tipi di laser, introdotti su mercato dalle aziende del campo medico, sono stati proposti per il trattamento della malattia parodontale: ciò ha creato confusione sulla loro reale efficacia e ha affermato messaggi fuorvianti sulle loro indicazioni di impiego.

Per imporre sul mercato del dentale il laser come alternativa alla terapia parodontale tradizionale, gli aspetti maggiormente pubblicizzati sono stati:

  • riduzione della sensibilità post-operatoria;
  • accelerazione della guarigione garantendo migliori risultati di trattamento;
  • risoluzione delle infezioni microbiche a tal punto da evitare interventi clinici più invasivi, quali le operazioni chirurgiche correttive.

Le procedure alternative che usano il laser per trattare la parodontite sono state sotto il mirino di molteplici studi negli ultimi anni. Ad oggi, anche se ci sono studi clinici che riportano successi nell’utilizzare il laser nel trattamento della parodontite, non ci sono studi che dimostrino che il laser sia più efficace della terapia meccanica convenzionale.

Una revisione della letteratura (Sgolastra et al., Lasers Med Sci 2013) riporta che l’uso della terapia fotodinamica in aggiunta alla terapia meccanica della parodontite offre benefici solo a breve termine. Scientificamente parlando, però, non sono state dimostrate evidenze circa la reale efficacia rispetto alla terapia convenzionale.

Il laser: tipologie ed effetti

L’eterogeneità dei protocolli clinici utilizzati per valutare l’efficacia del trattamento con laser e la notevole varietà di laser presenti sul mercato, hanno reso sin da subito difficile interpretare i dati scientifici a disposizione.

Sicuramente oggi sappiamo che i laser (CO2, Nd:YAG, a diodi) (1) sono inefficaci nel rimuovere i depositi di tartaro dalla superficie radicolare. Pertanto, considerato il loro potenziale di applicazione, questi laser potrebbero trovare applicazione solo ed esclusivamente come strumenti aggiuntivi alla terapia parodontale tradizionale, che implica la rimozione meccanica dei batteri e del tartaro in cui si annidano. Il condizionale è d’obbligo in quanto non abbiamo dati scientifici univoci circa il reale vantaggio del loro utilizzo in aggiunta alla terapia meccanica, mentre certi sono i notevoli costi economici relativi ad un ciclo di sedute con laser che devono essere sommati ai costi della terapia di base.

Non di meno vanno considerati gli effetti avversi dell’utilizzo del laser in parodontologia. Diversi studi hanno difatti evidenziato che il laser CO2 ed il laser Nd:YAG sono entrambi capaci di danneggiare la superficie radicolare e la polpa dentale a causa del calore generato durante l’irradiazione (2).

In presenza di sanguinamento (praticamente sempre presente nei casi di forte infiammazione dei tessuti parodontali), anche il laser a diodi (la cui lunghezza d’onda – 809nm – è molto ben assorbita dall’emoglobina) è in grado di provocare severi danni termici sulla superficie radicolare.

Riguardo il laser Er:YAG, studi scientifici evidenziano la maggiore capacità di rimozione di depositi mineralizzati dalle superfici radicolari, ma alla luce dei risultati ad oggi presenti non risulta esserci alcun ulteriore beneficio nel suo utilizzo rispetto alla terapia parodontale convenzionale sia dal punto di vista microbiologico, sia clinicamente sulla qualità della guarigione tissutale post-trattamento.

Ad oggi esiste ancora un’insufficiente evidenza clinica circa efficacia ed efficienza della terapia con laser (CO2, Nd:YAG, Nd:YAP, diodi). Pertanto, la terapia convenzionale rappresenta la migliore terapia possibile per il trattamento della malattia parodontale e la preservazione dei denti nel tempo. Anche se esiste scarsa evidenza a riguardo, qualche risultato “confortante” dalla ricerca scientifica sembra provenire dall’uso del laser a diodi in associazione alla terapia tradizionale, ma solo per il trattamento iniziale di pazienti con salute generale compromessa (3).

Cura della parodontite con laser: conclusioni

La terapia per la parodontite con laser ad oggi può essere considerata solo coadiuvante, più costosa e non sostitutiva della terapia convenzionale in caso di parodontite di lieve o moderata entità. In caso di parodontite grave e aggressiva l’intervento resta ancora ad oggi la terapia più efficace per mantenere i denti nel tempo.

Proprio per questo motivo si raccomanda cautela nell’utilizzo della terapia mediante laser per la piorrea. Presentato spesso come rimedo miracolosi, il trattamento della parodontite con laser risulta essere anche molto costoso. La mancanza di un’effettiva dimostrazione della sua efficacia dovrebbe portare a non fidarsi del tutto di questo rimedio. A tal proposito Il prof. Claudio Gatti, Presidente della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP) negli anni 2016-2017, invita la popolazione a prestare cautela. Inoltre, si consiglia di richiedere sempre al proprio dentista un consulto per valutare le alternative.

Queste osservazioni sono condivise dai massimi esperti mondiali, sono state pubblicate sulle migliori riviste di parodontologia e fanno parte delle Linee Guida Internazionali per la cura della parodontite. Si raccomanda cautela nell’affidarsi a cure, spesso costose, che non hanno ancora dimostrato la loro efficacia ed si invita a diffidare da messaggi commerciali che hanno poca o nessuna affidabilità scientifica.

(1) Tucker et al. 1996, Moritz et al. 1998, Liu et al. 1999, Schwars et al. 2003c
(2) Aoki et al. 2004
(3) Elavarasu S et al. J Pharm Bioallied Sci 2015

 


 

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